Negli ultimi anni si è parlato spesso delle biomasse, elevandole in più occasioni a vera e propria risorsa nel campo della produzione di energia green. Di recente però diverse organizzazioni non governative tra cui il WWf e Birdlife hanno lanciato una petizione per escludere le centrali a biomasse dall’ambito delle rinnovabili. I limiti della produzione di energia a partire dagli scarti agricoli, tra cui troviamo però anche legno ed altre sostanze organiche che proprio di scarto non sono, sono infatti molti e non si possono più trascurare.
Facciamo allora il punto della situazione, cercando di capire meglio cosa si intende per biomasse, qual è l’impatto ambientale delle centrali e perchè le ong hanno lanciato questa petizione.
Biomasse: cosa sono nello specifico?
Con il termine biomassa vengono indicati oggi diversi materiali, avente una caratteristica comune ossia l’origine biologica. La loro importanza nasce dal fatto che le biomasse possono essere trasformate all’interno di centrali apposite per produrre energia, il che sembrerebbe un vantaggio in termini di sostenibilità ambientale.
Alcuni esempi di biomassa sono la legna da ardere, gli scarti delle industrie alimentari, le ramaglie e gli altri residui delle attività agricole, ma anche le alghe marine, gli scarti degli allevamenti, i rifiuti organici urbani e alcune piante che vengono coltivate appositamente per questi scopi. Ad eccezione dell’ultimo caso, dunque, le biomasse sono quasi sempre sostanze di scarto di origine vegetale che possono essere sfruttate per la produzione di energia.
Le biomasse come fonte di energia
Qualsiasi materiale che rientri sotto la definizione di biomassa può essere utilizzato per la produzione di energia e questo è senza dubbio un aspetto molto interessante. L’esempio più semplice in tal senso è quello della legna da ardere, che viene impiegata comunemente come combustibile per sprigionare calore. Alcune biomasse vengono fatte fermentare per produrre biogas ricco di metano, dal quale si può ricavare energia termica per il riscaldamento delle abitazioni.
Esistono poi le centrali a biomassa, che possono avvalersi di varie tecniche ma il principio di base è sempre il medesimo: quello di ricavare energia a partire da queste materie prime di scarto.
Il limiti della biomassa e la petizione delle ong
Come abbiamo accennato, di recente alcune importanti ONG hanno lanciato una petizione per chiedere che le centrali a biomassa vengano escluse dalla definizione europea di “centrali green”. Al momento infatti questi stabilimenti possono godere di fondi riservati appunto alle attività che operano nel nome della sostenibilità ambientale, ma secondo le ong non meritano di essere inserite in una classificazione simile.
Come spiegano WWF ed altre associazioni infatti, la combustione del legno produce più anidride carbonica di quella dei combustibili fossili. A questo bisogna aggiungere che gli alberi sono una risorsa preziosa e che la spinta alla produzione di energia dalle biomasse potrebbe accelerare pericolosamente il processo di disboscamento, che come sappiamo rappresenta già un problema enorme per tutto il Pianeta.
Non si possono definire rinnovabili e nemmeno green le centrali a biomassa dunque, che non dovrebbero essere incentivate così tanto nè in ambito europeo nè al di fuori del continente.