Il matrimonio è un impegno che si basa sulla fiducia reciproca e sull’impegno di lealtà tra i coniugi. Tuttavia ci sono situazioni in cui tale rapporto vicendevole può essere messo alla prova, mettendo in discussione la stabilità del matrimonio.
Quando un coniuge tradisce l’altro si paventa la possibilità di divorziare con le spese a carico del fedifrago ma è chiaro che, per dimostrarlo, occorre agire legalmente evitando di commettere banali errori come spiare il telefono o le conversazioni private.
Dimostrare un tradimento coniugale è compito dell’agenzia investigativa, l’unica realtà titolata a produrre prove circostanziali che saranno utilizzate come testimonianza dinanzi ad un giudice. Ecco perché, come spiega questo investigatore privato di Roma, non basta avere un legittimo dubbio o aver dato una sbirciata alle mail del partner.
Separazione e divorzio
Nel nostro Paese la legge prevede la possibilità di richiedere la separazione o il divorzio in caso di infedeltà coniugale. In particolare l’art. 151 del Codice Civile italiano stabilisce che “il matrimonio può essere sciolto per divorzio quando si sia verificata la rottura degli effetti civili del matrimonio medesimo”.
Tuttavia, è importante notare che l’infedeltà in sé non costituisce automaticamente una base per il divorzio. La legge richiede che l’infedeltà sia grave e tale da rendere intollerabile il proseguimento della convivenza coniugale.
Ogni caso è a sé e, soprattutto, ogni divorzio dipende dallo stato in cui versa la relazione tra i due coniugi. Talvolta, anche in caso di tradimento, le questioni più spinose possono essere brillantemente superate dalla capacità degli avvocati di mediare. Altre volte, invece, il divorzio può diventare un processo lungo e doloroso, durante il quale rimangono coinvolti anche figli, parenti e amici. Per questo è inutile agire secondo le proprie emozioni ed è preferibile affidarsi al parere di esperti come investigatori e avvocati.
La prova dell’infedeltà
Per richiedere la separazione o il divorzio sulla base dell’infedeltà coniugale, è necessario fornire prove sufficienti dell’addebito. La Corte di Cassazione, ad esempio, ha stabilito che le prove possono essere costituite da testimonianze di terzi, messaggi di testo, e-mail, fotografie o registrazioni audio.
È importante sottolineare che le prove devono essere legalmente acquisite. Difatti la legge italiana non riconosce come valide le prove ottenute illegalmente, ad esempio attraverso intercettazioni telefoniche o accesso non autorizzato a dispositivi elettronici.
Effetti sull’affidamento dei figli
Quando una coppia con figli decide di separarsi o divorziare a causa dell’infedeltà, può sorgere la questione dell’affidamento dei figli. L’art. 155 del Codice Civile stabilisce che la decisione sull’affidamento viene presa nel loro interesse superiore.
L’infedeltà di uno dei genitori può essere considerata come un elemento rilevante nella decisione dell’affidamento, ma non costituisce automaticamente un motivo per escludere il genitore infedele dalla vita dei figli. La legge prevede che l’affidamento debba essere stabilito in base alle esigenze e al benessere dei minori.
Assegnazione del patrimonio
Un altro aspetto importante da considerare in caso di infedeltà coniugale è l’assegnazione del patrimonio coniugale. L’art. 179 del Codice Civile stabilisce che durante il processo di separazione o divorzio, viene effettuata una divisione dei beni tra i coniugi. Tuttavia l’infedeltà di uno dei partner di per sé non ha un impatto diretto sull’assegnazione dei beni.
La legge italiana segue il principio dell’equità, prendendo in considerazione diversi fattori, come la durata del matrimonio, i contributi economici dei coniugi e le necessità future di ciascun partner. Pertanto l’infedeltà potrebbe influire indirettamente sulla divisione del patrimonio se è stato dimostrato che ha causato danni finanziari significativi all’altro coniuge.