Cos’è il polistirolo e di cosa si compone
Il polistirolo è un materiale di importanza considerevole ed è molto più presente attorno a noi di quanto si possa credere. Alta versatilità e semplicità in fase di lavorazione fanno del polistirolo uno dei materiali più idonei nel comparto industriale. Ma che cos’è in concreto il polistirolo? Noto anche come polistirene, il polistirolo è un composto di carbonio, ossigeno e idrogeno. Il suo elemento principale, però, è lo stirene, un idrocarburo, contraddistinto da un odore particolarmente intenso, derivante dal petrolio. La sua elevata duttilità lo rende adattabile pressoché in ogni contesto lavorativo. Il fatto che poi sia anche un materiale atossico rientra tra i punti a favore del polistirolo: essendo stabile, non è soggetto a colonizzazioni ad opera di batteri, funghi e microrganismi di varia natura. Per questo motivo, il polistirolo è il materiale per antonomasia nel momento in cui si devono realizzare confezioni per cibi. In questo modo, la tutela della salute dei consumatori viene salvaguardata e non si corrono inutili rischi.
Caratteristiche del polistirolo
Numerosi sono i fattori che caratterizzano il polistirolo: la facilità di trasporto, fondamentale per quando occorre trasferire merci a una certa distanza, e la sicurezza di questo materiale. Infatti, non sono poi necessarie particolari accortezze, in quanto si tratta di un materiale atossico.
Se parliamo di durata, il polistirolo rientra nella lista dei materiali “eterni”: caratteristiche e performance restano inalterate anche a distanza di anni. Ulteriore aspetto positivo di questo materiale è l’elevato livello di resistenza all’umidità:essendo infatti impermeabile, la struttura traspira maggiormente rispetto ad altre alternative. Degno di nota è il potere isolante del polistirolo: trattandosi di un cattivo conduttore di calore, trova una delle sue principali applicazioni in qualità di isolante termico.
Gli svariati campi di utilizzo del polistirolo
Sono tre le tipologie di polistirolo che si trovano in commercio. Ognuna di queste ha specifici campi di utilizzo.
In primis, il polistirolo espanso sinterizzato è un materiale idoneo per la produzione di pannelli solari ed isolanti, sempre più in uso nel settore edile, ma soprattutto viene largamente impiegato nella produzione di imballaggi in polistirolo, come quelli che si possono trovare anche online su siti specializzati nella vendita di imballi o sui portali di aziende specializzate nella produzione di questo materiale, come quello di Poliplast. Come spiegato dai loro tecnici il polistirolo è in grado di garantire la massima sicurezza e protezione ai prodotti inseriti al suo interno.
Poi vi è il polistirolo espanso estruso, la cui struttura appare più densa e compatta. Lo si utilizza molto nei contesti umidi e a stretto contatto con il terreno. Altro valore aggiunto di questa seconda tipologia di polistirolo è l’alta resistenza alla compressione.
Infine, meritevole di attenzione è il polistirene antiurto, molto in voga nella produzione di stoviglie usa e getta, nei contenitori per DVD o per CD, nella componentistica degli elettrodomestici e nei giocattoli. La sua resistenza sopra la media è dovuta all’aggiunta di una gomma, nota come stirene butadiene.
Altro settore dove il polistirolo risulta molto in uso è quello della creazione delle scenografie relative agli spettacoli cinematografici e teatrali. Buona parte delle scene che gli spettatori sono soliti ammirare al cinema oppure in teatro, di solito, vengono realizzate anche ricorrendo al polistirolo. Il fatto che riesca a evitare la formazione di muffe risulta di certo un plus tutt’altro che indifferente.
La seconda vita del polistirolo: come si ricicla correttamente
Il polistirolo è un materiale riciclabile e non inquinante.
Per riutilizzarlo, va prima macinato e poi, a seguito dell’aggiunta di polistirene vergine, vengono creati nuovi articoli.
A fronte di un corretto smaltimento, data l’assenza sia di idroclorofluorocarburi sia di clorofluorocarburi, il polistirolo non risulta un materiale inquinante.
In termini di corretta gestione di questo materiale, a prevalere purtroppo è la confusione: diverse fonti infatti indicano che il polistirolo vada gettato nella plastica, mentre secondo altre che vada gettato nell’indifferenziata. Essendo un materiale riciclabile, tuttavia, tutto lascia intendere che la soluzione migliore consista nel gettare il polistirolo all’interno del bidone della plastica.
In Italia le province hanno una gestione indipendente dei rifiuti. Vi sono quindi sostanziali differenze a seconda della ditta incaricata dello smaltimento. In tal senso, a fronte di legittimi dubbi, l’opzione migliore consiste nel contattare direttamente la ditta delegata. Saranno gli specialisti a fornire tutte le delucidazioni del caso.
In linea di massima, per favorire il riciclo del polistirolo, bisogna tenere conto che piatti, bicchieri e posate usa e getta, proprio come le vaschette del supermercato, vanno gettati nella plastica. Diverso il discorso per gli imballaggi: ogni ditta ha le sue regole.
Per riciclare il polistirolo, fornendo una seconda vita al materiale, ecco qualche spunto interessante: le vaschette per alimenti, se lavate con acqua e aceto, possono essere riutilizzate per conservare altri cibi, visto che i cattivi odori spariscono. In alternativa, i suddetti recipienti, dopo un lavoro accurato di pulizia, possono essere riutilizzati come sottovaso per le piante o come portaoggetti. Se colorati, la resa visiva risulta davvero bella.
Agendo in questo modo, vale a dire garantendo al polistirolo una seconda vita, si contribuirà in prima persona a tutelare la nostra amata Terra.